domenica 15 aprile 2012

Atlas Shrugged: Part I (***)

Ho finalmente visto la prima parte della (progettata) trilogia su Atlas Shrugged di Ayn Rand (La rivolta di Atlante il titolo del libro in italiano).

In breve: il film è come il libro, arrivi in fondo perché lo vuoi veramente fare. In casi come questi, l'ideologia deve entrare nella valutazione: essendo forse l'unico romanzo e l'unico film esplicitamente libertario, è anche il migliore.

Detto questo: la storia è trasportata nel 2016, futuro prossimo venturo di crisi sociale da intossicazione statalista, e il cambiamento rispetto al romanzo funziona bene lo stesso. L'unica cosa che si nota è che nessuno fuma mai, cosa che facevano tutti nel libro, e le famose sigarette col dollaro d'oro appaiono una sola volta.

Nell'adattamento di un romanzo del genere, il casting è fondamentale. Hank Rearden, più palestrato del suo acciaio speciale, è perfetto, come anche la sua orrida moglie e Ellis Wyatt, e parecchi dei politicanti. Anche Dagny non è affatto male. James Taggart l'avrei fatto più laido, e Frisco d'Anconia me lo aspettavo più pirotecnico, tipo Johnny Depp nel I pirati dei Caraibi. L'Eddy negro è un'altra concessione all'ambientazione negli anni 2000. Il Dr. Stadler è buono, ma non so perché ha cambiato nome.

Per il resto, bello l'acciaio Rearden, bello il braccialetto (che potete comprare a soli 160 dollari!), bello il ponte. Gli attori, tutti sconosciuti, sono bravi, anche se Dagny e Hank, ingessati nel loro ruolo di homo oeconomicus, faticano un po' nei momenti in cui occorre un po' di pathos. Le frasi storiche "à la Rand" abbondano, e il film si chiude con la sparizione di Wyatt, che si mette in sciopero dalla società, bruciando le sue raffinerie e restituendole le colline "così come le aveva trovate".

Il film è stato ovviamente distrutto dai critici; d'altra parte, non è certo un capolavoro, e in ogni caso, se anche lo capissero, lo odierebbero. E' probabilmente l'unico film in cui appare in chiave negativa un cartello con scritto "il capitalismo non funziona". Del resto, è stato anche un flop al botteghino (circa 5 milioni contro i 20 spesi), e il lancio artigianale e il budget ridotto non basta a giustificarlo. I liberali amano il mercato, ma non ne sono riamati: la merce socialista si vende meglio. Se la Rand è stata una bestseller, è stata l'eccezione che conferma la regola.

Gireranno mai il seguito? Lo vedremo mai in italiano? Ho qualche dubbio, ma se la risposta è no, sarebbe un peccato.

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