sabato 15 marzo 2008

Verdi fuori, rossi dentro

Un'illuminante citazione di George Reisman da un saggio del 1990 (La tossicità dell'ambientalismo) ora ripubblicato da Rubbettino:

A mio giudizio, il movimento 'verde' degli ecologisti è soltanto il vecchio movimento 'rosso' dei comunisti e dei socialisti, privato della sua patina di scientificità. L'unica differenza che vedo tra i 'verdi' e i 'rossi' è quella, superficiale, dei motivi specifici per cui desiderano violare la libertà individuale e il perseguimento della felicità. I 'rossi' affermavano che l'individuo non può essere lasciato libero perché ne conseguirebbero cose come lo 'sfruttamento' e il 'monopolio'. I verdi sostengono che l'individuo non può essere lasciato libero perché il risultato consisterebbe in cose come la distruzione dello strato d'ozono e il riscaldamento globale. Entrambi sostengono che il controllo statale centralizzato sull'attività economica è essenziale. I 'rossi', in nome del loro asserito desiderio di favorire la prosperità umana. I 'verdi', lo invocano nel nome di una presunta aspirazione a scongiurare i danni ambientali.
A mio modo di vedere, l'ambientalismo e l'ecologia non sono altro che il rantolo della morte intellettuale del socialismo in Occidente, l'agonia finale di un movimento che soltanto alcuni decenni or sono non si è curato di paralizzare le azioni degli individui attraverso l''ingegneria sociale', e che ora cerca di bloccare le azioni degli individui vietando qualsiasi tipo di ingegneria.

Il che spiega, per inciso, perché tutti i movimenti ambientalisti rilevanti sono schierati a sinistra. Ecologisti e ambientalisti sono concordi nel condannare la libertà individuale e la sua più grande espressione, cioè il mercato e la società capitalista.

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