lunedì 24 settembre 2007

25 aprile? Magari!

Il Tax Freedom Day è il giorno di liberazione fiscale, cioè il giorno in cui una nazione smette di lavorare per pagare le tasse e le spese dello stato e comincia a lavorare per se stessa e il proprio benessere. Andrebbe celebrato con una festa di liberazione nazionale, ma purtroppo, in Italia, cadrebbe ben più tardi il 25 aprile.

Quest'anno è caduto il 30 aprile negli Stati Uniti (cent'anni fa cadeva attorno al 20 gennaio); in Italia, dove non abbiamo una Tax Foundation o associazioni simili che lo calcolino, si stima cadrebbe fra fine giugno e metà luglio.

In altre parole, metà della nostra vita a lavorare per lo stato invece che per noi stessi. Siamo davvero sicuri che metà del nostro reddito annuale sia un pagamento adeguato ai servizi pubblici che abbiamo in cambio? Siamo davvero sicuri di aver scelto di pagare questi servizi? Siamo davvero sicuri di non lavorare semplicemente come schiavi per il padrone?


Powered by ScribeFire.

5 Commenti:

Alle martedì, 25 settembre, 2007 , Blogger Sergio Vivi ha detto...

Non resta che dire: grazie stato per tutto quello che ci doni.

Poi, bisogna guardare a chi sta peggio. I proprietari di casa cominciano a riscuotere l'affitto in settembre (letto su Repubblica.

Ciao

 
Alle martedì, 25 settembre, 2007 , Blogger Guglielmo Calcabrina ha detto...

Sì, avevo letto anch'io qualcosa del genere, per esempio in questo articolo.

Non è certo un caso che i proprietari di casa siano così tartassati, sia dalle tasse sia da regolamentazioni inique che per esempio li indeboliscono incredibilmente rispetto all'eventuale inquilino. Ideologicamente, è un messaggio chiaro contro il vecchio nemico di classe, il "padrone", che va colpito sempre e comunque.

 
Alle martedì, 25 settembre, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

Certo, viva il 30 aprile, ma qual è il giorno in cui gli americani finiscono di pagare l'assicurazione sanitaria, oppure i fondi pensionistici. Una mia cara amica mi ha detto che negli States, per una TAC ha dovuto sborsare 1800$...
Da noi c'è la mutua per questo...

 
Alle martedì, 25 settembre, 2007 , Blogger Guglielmo Calcabrina ha detto...

A parte il fatto che a me ha detto 1600$, comunque:

1) se mi lasciassero in tasca il 20% in più del reddito (cioè mi tassassero al 30% invece che al 50%, come negli USA), credo proprio che riuscirei a pagarmi una TAC ogni tanto (quante ne vuoi fare?!)... Senza contare che la nostra cara amica ha 80 anni, e avrebbe avuto il tempo di risparmiare un bel po', se glielo avessero permesso.

2) E la mutua chi la paga? Babbo Natale o papà Stato? Perché se la paga papà stato, allora la paghi tu, e una TAC ti costa ben di più... La copertura sanitaria non è altro che un'assicurazione contro la malattia, come l'RCA è un'assicurazione contro gli incidenti: in Italia viene gestita collettivamente, negli USA (soprattutto, ma non solo) privatamente. In generale, le assicurazioni collettive deresponsabilizzano, danno un senso di falsa sicurezza e falliscono; quelle private proteggono davvero ma richiedono risparmio e responsabilità. Quali preferiamo?

3) Per le pensioni (assicurazione contro l'inattività da vecchi) il discorso è del tutto equivalente, con la differenza che qui abbiamo la prova provata di quanto si diceva sopra: il grande successo del sistema pensionistico cileno, e il fallimento di quello italiano.

 
Alle mercoledì, 26 settembre, 2007 , Blogger Guglielmo Calcabrina ha detto...

Segnalo, a proposito di sanità americana, l'articolo di Carlo Stagnaro su Il Foglio di oggi, e soprattutto il documento della Grace-Marie Turner (consigliere USA) che spiega nei dettagli come funziona il sistema sanitario americano.

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page