sabato 29 marzo 2008

Povera destra!

Il Giornale di oggi dedica un intero paginone all'Istituto Bruno Leoni, ultima tappa di un'inchiesta sui pensatoi (think tank) italiani a cura di Giancarlo Perna. L'articolo è divertente e sostanzialmente positivo, con qualche punzecchiatura di costume (meritata!). Un'ottima occasione di visibilità per l'IBL.

La cosa interessante quanto scoraggiante sono invece i commenti dei lettori sul sito. Ricordiamo che Il Giornale è di Berlusconi, organo del cosiddetto Partito del Popolo della Libertà, e si suppone, quindi, che i lettori iscritti al sito siano elettori del PdL e presunti liberali. A parte l'ultimo intevento (di Federico Cazzaniga, che sembra conoscere l'IBL meglio degli altri), tutti gli altri commenti sono profondamente negativi e sprezzanti. Non ci sarebbe nulla di male, se non per la mentalità che rivelano: due in particolare sono interessanti.

Uno è quello di paoladigenova, che schernisce il lavoro dell'IBL "finanziato da quei sempliciotti con i danè che li foraggiano". Il commento si riferisce alla parte dell'articolo che spiega come l'IBL sia finanziato da privati, manager e professionisti, che investono in idee in cui credono. Un commento come questo, che sembra dettato dal livore invidioso di chi disprezza gli arricchiti, non sfigurerebbe sull'Unità o Il Manifesto.

L'altro commento si riferisce alla posizione anti-protezionista dell'IBL, che ritiene che il mercato debba essere completamente aperto a livello internazionale, per esempio verso l'Africa in cui salverebbe milioni di vite di poveri. Marco Bianchi si chiede invece: "Hanno anche calcolato quanti morti costano le merci cinesi? A cominciare da quelli nei gulag?". Il corto circuito mentale è potente quanto indicativo: si confondono, accostandoli, Stato e mercato. Mercato produttore delle merci cinesi e responsabile di nessuna morte (semmai di quel po' di ricchezza che dà da mangiare alle plebi cinesi), Stato (comunista) responsabile di molte morti e produttore di nessuna ricchezza. Come ha notato proprio Lottieri (quella nella foto nell'articolo sul sito!), anzi, le morti di stato in Cina sono passate dalle decine di milioni del periodo "pre-mercatista" alle centinaia di migliaia a partire dagli anni '80. Come dire che quando aumentano le famigerate merci cinesi diminuiscono i morti nei laogai, i gulag cinesi.

Commenti del genere danno l'idea del misero stato intellettuale della presunta destra "liberale" (Tremonti docet!) e dei suoi elettori. Se questa è l'alternativa, meglio davvero il non voto!

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