mercoledì 10 maggio 2006

Destra, sinistra e destra

Un amico si chiede se sia vero che il fascismo sia nato come movimento di estrema sinistra.

Certo che sì, e lo è anche rimasto. Non solo perchè il romagnolo Mussolini era un convinto socialista. Ma soprattutto perchè l'ideologia stessa del fascismo, oltre che la sua organizzazione politica ed economica, è socialista. Fascismo, nazismo (nazionalsocialismo) e comunismo, i tre grandi e disastrosi totalitarismi del Novecento, sono in effetti semplicemente tre forme, strettamente imparentate fra loro, di socialismo. (Si legga Socialismo di Ludwig von Mises per capire bene cosa sia il socialismo e perchè non funzioni.)

Il socialismo è in fondo l'idea per cui lo Stato (il Partito, il Sovrano, la "Società", ...) sia superiore e debba avere la priorità sull'individuo. Gli avversari del socialismo, nell'Ottocento, erano i liberali, che credevano invece che l'individuo fosse più importante dello Stato, e lo Stato non potesse invaderne la libertà.

"Socialista" è quindi il contrario di "liberale". Nel linguaggio politico del Novecento, cui siamo ormai abituati, abbiamo invece cominciato a contrapporre la "Sinistra" (socialismo comunista) alla "Destra" (socialismo fascista o nazista), dimenticando la "vera" Destra, cioè il liberalismo. Dimenticanza non causale, naturalmente: il liberalismo, grande sconfitto del Novecento (che è stato il trionfo dello Stato, soprattutto in campo economico), è stato così cancellato dal discorso politico. (In Italia, dobbiamo riconoscerlo, è stato Berlusconi che ha reso possibile ricominciare a parlarne; cioè, non a caso, un non-politico, non appartenente ai partiti tradizionali di (cosiddetta) "Destra" o di (cosiddetta) "Sinistra".)

Insomma, oggi, essere di destra o di sinistra fa poca differenza: il vero problema è essere liberali.