venerdì 24 marzo 2006

Segnalazioni — Comprare oro fisico?

Ho inserito qui a lato la quotazione giornaliera dell'oro in euro per chilo (da www.kitco.com, che offre tantissimi grafici storici del prezzo e altro).

Il prezzo dell'oro è enormemente aumentato nel corso degli ultimi due anni, e chi l'aveva comprato al tempo ha quasi raddoppiato il capitale. (Parliamo qui di oro fisico, in forma di monete o lingotti, non di azioni aurifere o simili.) L'aumento del prezzo dell'oro segnala normalmente una perdita di fiducia nelle monete cartacee. Più i governi e le Banche centrali, di comune accordo, stampano moneta non corrispondente a oro fisico, più il prezzo dell'oro fisico è destinato a salire (nei termini di quelle stesse monete, svalutate).

Per capire cosa siano la moneta e l'inflazione, perché oro e argento siano storicamente le uniche “vere” monete, perché le valute cartacee (euro, dollari, ecc.) siano monete “false” come quelle del Monopoli, perché Keynes e quasi tutti gli economisti “ufficiali”, definendo la moneta d'oro una “barbaric relic”, non abbiano capito nulla, si legga Lo Stato falsario (Leonardo Facco Editore) di Murray N. Rothbard (titolo originale: What has Government done to our Money?).
Poi si leggano, sulla moneta, il mercato e il gold standard, gli altri economisti della Scuola Austriaca, a partire da Mises, che hanno spesso il vantaggio di leggersi con estremo piacere e facilità (Mises su tutti).

Per sapere se e perché convegna investire in oro fisico, si visitino i siti di Gary North (www.garynorth.com) o www.usemlab.com (in italiano) o si leggano alcuni articoli pubblicati sul sito della Libreria del Ponte di Guglielmo Piombini a Bologna. Gary North offre anche, gratuitamente, un corso di lezioni sull'oro e una newsletter settimanale in cui dà consigli di tipo economico e finanziario.

Per decidere se comprare monete (come la Sterlina o Sovrana britannica), monete-oncia (come il Kruggerand sudafricano) o lingotti (esistono dai 5gr a 1Kg), cominciare per esempio dal sito www.TaxFreeGold.com e poi spulciare la Rete.

Infine, per comprare oro fisico via rete in Italia, visitare i siti dell'ItalPreziosi per i lingotti e della Numismatica Lago Maggiore per le monete. Naturalmente i negozi di numismatica e alcune gioiellerie vendono o mandano a prendere sia monete che lingotti.

martedì 21 marzo 2006

La Prodeide

«Io Presidente del Consiglio? Non penso proprio a queste cose. L'Italia ha bisogno di facce nuove, di giovani.»
Romano Prodi, aprile 1993.

Interessantissima la breve biografia prodiana su Il Domenicale di questa settimana, con l'interrogatorio alla Commissione Moro sulla famigerata seduta spiritica fatta dal Professore.

sabato 18 marzo 2006

Discriminazioni

Dice Carlo d'Inghilterra (Corriere, 23.02.2006):

«Se noi cacciatori fossimo gay o neri, saremmo meno discriminati».

Non c'è dubbio.

giovedì 16 marzo 2006

I fiumi dei socialisti

Nello Stato socialista ideale, non si abuserà del potere. Le persone preposte alla guida delle nazioni non saranno minimamente influenzate dagli interessi personali. Uomini intelligenti non piegheranno le istituzioni al servizio dei propri interessi. E i fiumi scorreranno in salita.

David Friedman, L'ingranaggio della libertà, 1973/89.

lunedì 13 marzo 2006

Come si fa a non votarlo?!

Berlusconi che si alza, stringe la mano all'Annunziata e se ne va è stato un vero sollievo per molti italiani.

L'Annunziata è la sintesi vivente delle peggiori "qualità" della Sinistra: brutta e antipatica, arrabbiata e aggressiva, arrogante e presuntuosa. Qualche tempo fa ha strapazzato, peggio che Berlusconi, anche Fini. Solo che Fini è probabilmente il miglior politico al momento in circolazione: italiano fluente e corretto, dialettica eccezionale, freddezza e compostezza. E quindi, da buon politico, ha ribattutto calmo e posato all'Annunziata, senza concederle nulla ma stando al suo gioco.

Il Berlusca, invece, ha dimostrato ancora una volta di non esserlo. S'è incazzato, del tutto a ragione, e ha reagito come avrebbe fatto chiunque di noi al bar, se il nostro interlocutore non ci lascia nemmeno parlare dopo averci fatto una domanda: andandosene.
La tiratina sui liberali, la battuta sulla RAI e l'accusa dei Sinistri di non aver avuto il coraggio di rispondere alle domande (!) sono solo altre perle di questa gustosa vicenda.

Insomma, che Berlusconi non sia un politico è chiaro: per questo non riusciamo a farcelo dispiacere del tutto.

domenica 12 marzo 2006

Ma non serve...

Divertente l'introduzione di Feltri a Tutte le balle su Berlusconi, distribuito con Libero:

«Questo libro è un manuale da bar. [...] Diciamocelo. Il momento clou resta il bar... In quei due minuti accade una specie di singolar tenzone. Il cameriere bofonchia, il cliente dallo sguardo storto tira un moccolo sulle pensioni, l'intellettuale del menga apre Repubblica e provoca. Che si fa? [...] Ecco, questo volumetto cataloga [tutte le panzane su Berlusconi]. Le confuta con idee chiare e distinte, e con una vis polemica ancorata ai documenti e ai numeri veri. Insomma, un pamphlet agile che cascherà come un macigno sui calli degli avversari.»

Divertente, ma troppo ottimista. L'elettore di Sinistra medio, comunistoide o socialisteggiante che sia, non ha idee chiare e distinte (di solito non ha proprio idee) e non ne vien quindi nemmeno sfiorato; non gli interessano documenti e numeri veri.

Nel caso peggiore è un crociato della religione socialista, ha ragione per principio, il dubbio non lo sfiora, le contraddizioni non lo scuotono. Nel caso migliore, è una persona normale, a cui però la lettura di Repubblica serve non a informarsi ma a sfogarsi. Sfogarsi perché non ha voglia di lavorare, perché la tipa non gliela dà, perché la sua squadra ha perso. Ma soprattutto per sfogare la vera molla di tutta la "cultura" di sinistra: l'invidia sorda, fastidiosa e odiosa per il ricco, Berlusconi in primis. E all'invidia non si comanda, non si tiene testa con ragionamenti.

Per questo, temo, i calli di sinistra rimarranno intoccati anche dal libretto di Feltri.

giovedì 9 marzo 2006

Indietro tutta!

«Avanti miei Prodi» si intitola l'album di figurine (sic!) in omaggio oggi col supplemento del Corriere della Sera.

Dopo l'editoriale di ieri, con cui Paolo Mieli schierava elettoralmente il Corriere nazionale col Centrosinistra, le figurine di Altan confermano un sodalizio che dura ormai da anni, esplicito ormai almeno dai tempi del referendum sulla procreazione.

N.B.: l'album è incompleto, si può richiedere il pacchetto di figurine mancante a 10 euro (sic!) per sostenere la campagna elettorale prodiana.

Avanti miei Prodi? Indietro tutta!

P.S.: a proposito di gadgets in edicola, segnaliamo piuttosto il CD (introvabile, per dir la verità) con gli ultimi dieci anni de Il Foglio e il libro Tutte le balle su Berlusconi abbinato a Libero di ieri.

mercoledì 8 marzo 2006

L'IBL per la liberizzazione dei mercati europei

Segnaliamo il manifesto-appello promosso dall'Istituto Bruno Leoni, il think tank liberale e libertario italiano.

Come dice Carlo Stagnaro nella lettera di invito alla sottoscrizione del manifesto: «L'Europa non è ancora un unico mercato [...] Le nostre classi dirigente continuano a considerare elettoralmente premianti soluzioni che sono masochiste sul piano economico. [...] E' importante che l'opinione pubblica e la società civile sappiano ricordare le ragioni del mercato e della libertà d'impresa.»

Il manifesto può essere sottoscritto a questo indirizzo.

martedì 7 marzo 2006

Von Mises a Camera Cafè

Qualche sera fa, in una puntata di Camera Cafè, Luca Nervi, il sindacalista dell'azienda, ha ribattuto a un nuovo arrivato: «Io difendo gli interessi dei lavoratori, mica i tuoi che non sei ancora lavoratore!». Mai battuta fu più azzeccata, e più seria.

Chi e cosa difendono, in effetti, oggi i sindacati? I diritti dei lavoratori, si dice. Lasciamo stare per un momento questi presunti "diritti" difesi, tipo il diritto a essere-colti-con-le-mai-nella-cassa-e-non-venir-licenziati.
L'importante qui è il "dei lavoratori". Perchè appunto, chi lavoratore non lo è ancora, può aspettarsi solo di venir danneggiato, più che difeso, dai sindacati. Come? In un modo molto
semplice: ogni vantaggio ottenuto dal sindacato per i suoi protetti è controbilanciato da una perdita per il resto della società, e in particolare per gli aspiranti lavoratori in quel campo. Un esempio tipico: la garanzia a un qualche salario minimo (che è poi spesso l'unico vero "diritto" cui i lavoratori sindacalizzati aspirano).

Garantire a un qualche gruppo, tramite la "lotta politica" e il potere della legge, un salario
superiore a quello di mercato (stabilito dalla legge della domanda e dell'offerta, nel libero scambio fra datore di lavoro e lavoratore) significa semplicemente una di due cose (o entrambe): maggiore disoccupazione o maggiore povertà. Il datore di lavoro che deve pagare di
più i suoi lavoratori ha infatti solo due scelte: o licenziarne alcuni, provocando disoccupazione, o alzare i prezzi e togliere quelle risorse alla produzione, provocando miseria.

Questi effetti sono stati ampiamente spiegati da Ludwig von Mises e da altri economisti liberali e "austriaci": «un salario minimo ovviamente non garantisce l'assunzione di un lavoratore; esso semplicemente proibisce a chiunque, attraverso la forza della legge, di essere assunto al salario
che il suo datore di lavoro sarebbe disposto a dargli» (M. Rothbard, Per una nuova libertà, Rubbettino, 2004).
In effetti, «il potere di un sindacato è in sostanza il potere di limitare il numero di coloro che possono dedicarsi a una particolare occupazione» (M. Friedman, Capitalismo e libertà, EST, 1995). Cioé quello di formare una corporazione (talvolta una mafia), che difende i vantaggi di una piccola minoranza organizzata a danno del resto della società (un esempio
è la corporazione dei taxisti, come ha recentemenete ripetuto Francesco Giavazzi).

E dato che di minoranza organizzate ne esistono tante, e tutte decise a ottenere i propri privilegi per legge, si conferma la sentenza del grande Bastiat: «Lo stato è la grande finzione attraverso la quale tutti si sforzano di vivere a spese di tutti».