mercoledì 16 luglio 2008

Oro contro tasse

Da leggere in versione completa l'esilarante storia di Robert Kahre, un genio americano della resistenza fiscale. In breve, la storia è questa.

Dal 1985, grazie al Gold Bullion Coin Act promosso (fra gli altri) da Ron Paul e firmato da Reagan, circolano in American monete d'oro (le famose "aquile d'oro") con valore nominale di 5, 10, 25 e 50 dollari. "Valore nominale" significa, per esempio, che una moneta da un'oncia d'oro con impresso su una faccia il valore nominale di 50 dollari, vale però ovviamente per l'oro contenuto, cioè (oggi) circa 970 dollari. Così i 50 dollari d'oro valgono quasi 1000 dollari di carta "ufficiali".

Dal 2003 Kahre ha cominciato a pagare i propri dipendenti in dollari d'oro invece che in dollari cartacei. Chi per esempio prendeva uno stipendio mensile di 1000 dollari riceveva un 50 dollari d'oro e rotti. Fin qui nessun problema. Solo che, sfruttando l'ambiguità fra valore nominale legale e valore effettivo dell'oro contenuto, sia Kahre sia i suoi dipendenti hanno dichiarato al fisco i loro redditi in termini nominali, cioè 50 dollari al mese (per esempio) invece di 1000. In questo modo, Kahre (genio sì, ma anche molto coraggioso) prendeva due piccioni con una fava: usare moneta "sana", cioè d'oro, e sfuggire al fisco (i redditi così dichiarati erano spesso sotto alla soglia per il pagamento delle tasse).

Il bello è che, quando il fisco ha denunciato Kahre e compagnia, il tribunale ha (per ora) sostanzialmente dato ragione a Kahre, sulla base del fatto che i dollari d'oro hanno un valore legale pari a quello nominale e che nessun fiscalista era in grado di scogliere il problema con chiarezza.

L'America è sempre l'America!

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martedì 1 luglio 2008

La libertà di sbagliare

Trovo in questo bell'intervento di Ron Paul a favore della libertà della Rete questa bella frase, da ricordare ai nostri governanti, ai paternalisti e ai benpensanti sedicenti liberali:

La libertà di prendere cattive decisioni è intrinseca nella libertà di prenderne di buone. Se siamo liberi solo di prendere buone decisioni, non siamo veramente liberi.