lunedì 12 maggio 2008

Per una volta, tutti al cinema!

Imperdibile intervista al regista Renzo Martinelli, che in due parole spiega l'immoralità dei finanziamenti di stato al cinema, e addirittura che il cinema è merce e non arte, e per fortuna è così! Un'inaspettata lezione di liberalismo, su cui batte costantemente anche l'impeccabile IBL.

A questo punto è doveroso andare a vedere i suoi film, che non conoscevo.

P.S.: interessante anche il sondaggio di Repubblica, che inspiegabilmente risulta a favore del regista.

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martedì 6 maggio 2008

Sì al mercato, anche dei bambini

Non so dove ho letto l'ennesimo ultimo caso di adozione finito male: coppia di professionisti, entrambi medici, lui addirittura pediatra e impegnato con bambini tumorati, danarosi, bella casa, con già due o tre figli propri. Decidono di estendere la famiglia e chiedono un bimbo in adozione, senza condizioni (sesso, nazionalità, razza, salute, ecc.). Prima gli perdono la pratica, poi perdono tempo, alla fine gli rifiutano il bimbo con la motivazione che la loro famiglia è talmente perfetta che non si può correre il rischio che venga sconvolta dal nuovo arrivo.

Uno dei tanti orrendi scandali della burocrazia, perfettamente comprensibile in termini economici e analizzato da tempo (per esempio da Mises), ma tanto più rivoltante quando tocca così da vicino questioni letteralmente vitali. La soluzione? Anche qui, il mercato. Per quanto possa suonare cinico e insensibile alle orecchie ipocrite dei benpensanti, i bambini vanno semplicemente venduti alle famiglie che li vogliono. D'altra parte, una pratica d'adozione costa migliaia di euro (forse decine di migliaia), che finiscono distribuiti fra parassiti delle USL e altri burocrati in tempi lunghissimi. Molto meglio il contatto diretto fra famiglia d'origine e destinazione. Carlo Zucchi, in un bell'articolo che consiglio, spiega come e analizza gli aspetti della "adozione dietro compenso".

Chiedendosi: perché abortire un bimbo sarebbe lecito e venderlo invece no?