venerdì 31 agosto 2007

Se le imposte sono imposte

Per il vero liberale, le imposte sono a priori sospette. Infatti, come indica il nome stesso, le imposte sono imposte. Rappresentano un prelievo sulla proprietà dei contribuenti, reso possibile dall'esercizio della coercizione e non dal consenso esplicito del proprietario legittimo. E' necessario partire quindi da questa osservazione inevitabile: le tasse sono di per sé incompatibili con una società libera, cioè fondata sul rispetto della proprietà individuale e sul trasferimento volontario delle risorse sotto forma di dono o di scambio. E' in quanto dispone del monopolio della coercizione legale che lo Stato può prelevare tasse, ma, benché sia legale, resta sempre coercizione.

Pascal Salin, Liberalismo, Rubbettino, 2002.


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martedì 28 agosto 2007

God made men; Sam Colt made them equal

"Dio ha fatto gli uomini diversi, Samuel Colt li ha resi uguali": una grande lezione di civiltà, incarnata nella mitica Pacificatrice. Idealmente la stessa usata da Indiana Jones nel memorabile duello con lo spadaccino arabo!


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Incendi & incentivi

Da Il Foglio del 24 agosto, lettera al direttore di Mimmo Ballarin:

C'è un controsenso evidente alla base della guerra ai roghi estivi. Si pagano i lavoratori soltanto se i boschi bruciano. Tanti incendi, c'è lavoro per tutti. Nessun incendio, si resta a casa. In pratica, c'è una involontaria istigazione-sovvenzione di stato ad appiccare il fuoco, quando invece si dovrebbe fare il contrario. Pagare per gli incendi che non ci sono. Si riuniscono i lavoratori stagionali in una cooperativa di sorveglianza, con una penale ben chiara: se scoppia l'incendio, e distrugge il bosco, scatta la penale sulle paghe. Forse si pattuglierebbe di più, si sorveglierebbe meglio. Guai allora al piromane autentico, sorpreso con una latta di benzina in mezzo al folto da un drappello di stagionali calabresi. Ma forse è troppo semplice, ancora una volta. Rischierebbe di funzionare.

Una luminosa, direi fiammeggiante, illustrazione del significato del termine "incentivo" in economia politica.



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lunedì 27 agosto 2007

Perché i maiali non sono in via di estinzione?

La domanda sembra sciocca, ma la risposta risolve tutti i problemi degli ambientalisti, animalisti ed ecologisti a proposito della preservazione di specie rare, animali e vegetali.

I maiali non sono in via di estinzione perché vengono abbondantemente allevati. Vengono allevati perché servono, cioè perché qualcuno desidera mangiare una braciola e qualcun altro ha quindi l'interesse economico a fornirgli la materia prima. Così, la stragrande maggioranza della popolazione suina sulla terra nasce solo ed esclusivamente per finire nei nostri piatti; nessun rischio di estinzione, comunque. Lo stesso vale per mucche, capre, pecore e altri animali, mangiabili e non.

Perché lo stesso non vale per elefanti, balene, tartarughe marine e altre specie cosiddette "a rischio" o "in via di estinzione"? In sostanza, proprio perché nessuno le alleva. Questi animali non vivono in allevamenti o riserve private, ma in spazi pubblici, e "non sono di nessuno". Di conseguenza, a nessuno conviene garantire la sopravvivenza di queste specie, ma sfruttarle fino alla fine portandole eventualmente all'estinzione.

Il problema non è che manchi l'interesse economico di preservare gli elefanti. Anzi, gli elefanti vengono cacciati e uccisi esattamente per vendere le loro zanne, come le tartarughe per il loro gusci. Esattamente come qualcuno guadagna vendendo carne di maiale, qualcun altro guadagna vendendo zanne di elefante o gusci di tartarughe. Solo che lo fa in modo illeggittimo, col bracconaggio e la corruzione dei funzionari governativi preposti a controllare le "riserve". Mentre se qualcuno organizza un safari nella mia porcilaia posso chiamare la polizia e farlo arrestare, nessuno ha un reale interesse a fermare i bracconieri nella savana, men che meno il burocrate di turno che spesso è anzi complice del cacciatore.

Come per i maiali, la soluzione per preservare elefanti e tartarughe è la stessa: garantire diritti di proprietà privata sulla terra e sugli animali. Il proprietario, al contrario del funzionario governativo, ha tutto l'interesse a preservare il proprio capitale, e quindi la specie animale che glielo garantisce. Casi concreti: lo Zimbawe, dove si sono salvati gli elefanti privatizzandoli; le isole Caimans e Tahiti, dove gli ecologisti hanno vietato il commercio di gusci di tartarughe, costretto gli allevamente a chiudere e, immancabilmente, constatato che le tartarughe si estinguevano. Tutto ben spiegato, in modo molto chiaro, nel capitolo 16 del bellissimo Liberalismo di Pascal Salin (Rubbettino, 2002).

Come al solito, dunque, i problemi, anche quelli dell'ambiente, non si risolvono con le leggi, con le regolamentazioni e con l'intervento dello stato ma anzi con la proprietà privata, la libera iniziativa individuale e l'assenza di divieti imposti dall'alto.

Perché i maiali non si estinguono? Per lo stesso motivo per cui solo gli spazi pubblici sono inquinati o solo le foreste del demanio bruciano. Perché il giardino di casa tua non è inquinato o pieno di cartacce? E perché le strade lo sono?


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sabato 25 agosto 2007

San Valentino!

Sottoscriviamo l'iniziativa del lettore di Libero, che propone di dedicare il 14 febbraio a San Valentino Rossi protettore degli evasori.

Più soldi in tasca, più baci Perugina anche per lei!


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