mercoledì 26 settembre 2007

Odissea nello spreco

A proposito di casta, e in questo caso delle piccole caste che governano le nostre regioni e provincie, segnalo il libro Odissea nello spreco, pubblicato dalla Confedilizia e liberamente scaricabile dal loro sito. Un'interessante raccolta di articoli di giornale sui tantissimi sprechi dell'amministrazione pubblica, anche a livello locale.


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lunedì 24 settembre 2007

25 aprile? Magari!

Il Tax Freedom Day è il giorno di liberazione fiscale, cioè il giorno in cui una nazione smette di lavorare per pagare le tasse e le spese dello stato e comincia a lavorare per se stessa e il proprio benessere. Andrebbe celebrato con una festa di liberazione nazionale, ma purtroppo, in Italia, cadrebbe ben più tardi il 25 aprile.

Quest'anno è caduto il 30 aprile negli Stati Uniti (cent'anni fa cadeva attorno al 20 gennaio); in Italia, dove non abbiamo una Tax Foundation o associazioni simili che lo calcolino, si stima cadrebbe fra fine giugno e metà luglio.

In altre parole, metà della nostra vita a lavorare per lo stato invece che per noi stessi. Siamo davvero sicuri che metà del nostro reddito annuale sia un pagamento adeguato ai servizi pubblici che abbiamo in cambio? Siamo davvero sicuri di aver scelto di pagare questi servizi? Siamo davvero sicuri di non lavorare semplicemente come schiavi per il padrone?


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sabato 15 settembre 2007

Come sarà il 2037? Temo come il 1973

Io non so dove sarò nel 2037. Né, soprattutto, so se questo blog ci sarà ancora. Ma intanto lo scrivo qui, sperando che poi allora qualcuno se lo ricordi. Secondo un sondaggio, il 2037 sarà l'anno delle catastrofi ambientali (bella poi 'sta moda di studiare i cambiamenti climatici tramite le opinioni dei lettori, tipo il sondaggio ridicolo - e ridicolizzato dal Foglio - di Repubblica).

E' curioso perché nel frattempo passeranno giusto i 30 anni che sono passati ora dagli anni Settanta, quando impazzavano catastrofisti e fanatici del clima, come il famigerato Club di Roma, denunciando la fine del mondo a causa del raffreddamento globale, sulle stesse testate che ora minacciano il riscaldamento globale.

Come dire, il ridicolo non ha fine, ma a quanto pare ha un periodo di circa 30 anni.


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mercoledì 12 settembre 2007

Ottimo Giannino

Breve e fulminante l'ultimo libretto di Oscar Giannino, Contro le tasse. Perché abbattere le imposte si può, si deve, e non è affatto "di destra" (Mondadori, 2007, 12 euro - ma disponibile in edicola con Libero a 5 euro).

Un assaggio (p. 31):
Non c'è solo un obiettivo di crescita economica, nel taglio delle
imposte. Diminuirle è non solo utile, ma giusto, perché i cittadini
hanno dalla loro il diritto legittimo di spendere come preferiscono i
propri guadagni. L'imposta è nient'altro - si usa qui un'espressione
forte, sapendo che farà sobbalzare la maggioranza dei lettori, almeno
secondo i sondaggi - che un furto legalizzato. Torchiare lo Stato
rapinatore per renderlo meno smargiasso e più parco, allora, è un bene
di per sé. Il fisco come forma di schiavitù e sfruttamento è al centro
delle riflessioni liberali da Herbert Spencer a Murray Rothbard. E
anche i nemici o gli scettici, in un contesto storico e giuridico come
quello europeo, dello Stato minimo sostenuto da Robert Nozick,
riflettano su quanto ebbe a dire James Buchanan: "E' criticamente e
vitalmente importante rendersi conto della differenza che passa tra il
10% e il 50% di schiavitù".
Cosa vuoi di più dalla vita?!




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giovedì 6 settembre 2007

Il liber(al)ismo: destra o sinistra?

Un amico mi scrive una mail provocatoria dal titolo "sta a vedere che paradossalmente sei il primo dei comunisti":

Ti segnalo in prima pagina dell'inserto culturale del Corriere di oggi
un'interessante recensione sul libro a 4 mani dei 2 noti statalisti
(anche stalinisti direi) Giavazzi e Alesina dal titolo "Il liberalismo
è di sinistra".

A parte l'interessante lapsus (il titolo del libro è Il liberismo è di sinistra), che non preoccupa chi, come me, è convinto che il liberalismo genuino sia necessariamente liberista (e che la distinzione crociana non abbia senso), l'argomento è interessante. E' l'annosa questione, su cui avevo già scritto qualcosa, se i liberali siano di destra o di sinistra. La risposta è che sono liberali e basta, e non sono rappresentati, al momento, da alcun schieramento politico; ma andrebbe argomentata lungamente e noiosamente.

Purtroppo ho da fare un'amatriciana (fidandomi di Gaber, che non la cita, spero non sia né di destra né, soprattutto, di sinistra), che mi sembra cosa più immediatamente importante. Mi limito quindi a qualche breve commento non sul libro, che è uscito oggi, ma sulla favorevole recensione di Dario Di Vico sul Corriere.

Difficile non essere d'accordo su molte tesi di Giavazzi, a favore di liberalizzazioni e di privatizzazioni, che spesso non sono altro che tiepide repliche di vecchie ma sempre valide tesi liberali (e quindi liberiste), sostenute da sempre dai veri liberali (si legga almeno Liberalismo di Mises) e combattute da sempre da comunisti e socialisti vari. Molto più difficile giudicare la tesi centrale del libro, cioè che l'attuale Sinistra abbia più probabilità della Destra di portare avanti iniziative liberiste e quindi vantaggiose per il paese.

Non c'è alcun dubbio che tutta la cultura di riferimento dell'intellighentsia de sinistra (da Marx a Keynes) sia profondamente anti-liberale e anti-liberista, e che questo fardello pesi palesemente sulle spalle non solo dei post-comunisti nostrani ma anche dei loro compagni "moderati". Che poi la Sinistra sia davvero capace di liberarsene, non siamo in grado di giudicare. Ne dubitiamo comunque molto, sia per l'influenza della cosiddetta sinistra radicale, i cui ministri marciano in piazza contro il loro stesso governo, sia per l'intreccio micidiale di interessi e posizioni di rendita, dalle pensioni alle Coop, sia, infine, per la profondissima inerzia che quelle idee sbagliate esercitano su giovani e meno giovani.

In buona sostanza, se Prodi farà il liberista, ben venga; che il libretto di Giavazzi, al di là della boutade del titolo, ci convinca a sperarci, o addirittuta a votarlo, beh... no!


P.S.: per un commento meno tenero verso le tesi giavazziane (e per ampi stralci dalla recensione) si veda questo blog.


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martedì 4 settembre 2007

La casta: qual è il vero problema?

Segnalo questo ottimo articolo di Oggettivista (http://oggettivista.ilcannocchiale.it) sul libro-fenomeno dell'estate, La casta di Stella e Rizzo. In breve, Oggettivista sostiene, giustamente, che il problema non sia il numero eccessivo dei politici e dei loro privilegi, o la mancanza di controllo sulla politica, ma l'esistenza stessa del cosiddetto "stato assistenziale" (welfare state) che si occupa di tutto, mettendo il naso in ogni aspetto della nostra vita, e le mani nelle nostre tasche, facendo tutto male.

Questo il mio stringato commento:

Ottimo
articolo, che dovrebbe mettere d'accordo i liberali di ogni tendenza,
minarchisti randiani o anarco-capitalisti che siano.L'articolo
svela anche il rischio che un libro come "La casta" può avere:
l'ennesimo attacco alla politica sprecona, che solletica sotto sotto
l'invidia del cittadino medio (cui lo status quo andrebbe benissimo, se
potesse parteciparvi), senza capire che il problema vero è accettare lo
stato (nel senso di welfare state) in quanto tale. E' lo stesso
rischio di certe analisi della moneta e del signoraggio (per venire a
Morpheus): da Grillo al Prof. Auriti a Benetazzo, tutti tendono, dopo
essersi scandalizzati del fenomeno signoraggio, a cercare la soluzione
in una banca di stato, senza capire che l'unico sistema funzionante
sarebbe un free banking su base aurea. Comunque, meglio "La casta" in spiaggia che niente.







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lunedì 3 settembre 2007

Nìus!

Dicesi feed reader, che potremmo tradurre con "alimentatore di notizie", un programmino che raccoglie le notizie pubblicate da molti siti (giornali, blog, ecc.) e che ci permette di stare aggiornati su quello che ci interessa. Quasi ogni sito ha ormai il proprio indirizzo feed, quindi un feed reader risulta molto utile. Esistono innumerevoli programmi per leggere i feed, e moltissimi altri hanno già integrato un lettore interno.

Newsfox è un'ottima estensione di Mozilla Firefox che permette di leggere le notizie su una normale pagina del browser mentre si naviga. Chi usa Firefox può scaricare e installare direttamente Newsfox qui; chi usa Explorer, passi a Firefox.

Mozilla Thunderbird può leggere i feed allo stesso modo della mail: basta creare un nuovo account di tipo RSS Feed e inserire l'indirizzo feed del sito da monitorare.


Perché tutto questo? Ma naturalmente perché, una volta installato un lettore feed, potete cliccare sull'iconcina arancione in fondo alla barra degli indirizzi qui sopra o inserire direttamente l'indirizzo

http://lafavilla.blogspot.com/feeds/posts/default

e ricevere direttamente a casa vostra i post del vostro blog preferito!

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La lezione del Sig. Rossi

Scherzi e battute a parte, il caso di Valentino Rossi "evasore", che i giornali già cominciano a dimenticare, è stato istruttivo per almeno tre motivi:
  • da quanto è dato di sapere e capire, Rossi è sostanzialmente innocente. Sicuramente non è colpevole del "crimine", l'evasione fiscale, per cui è stato sbattuto in prima pagina e per cui probabilmente verrà ricordato. Già dopo un giorno, infatti, si sapeva che le tasse Rossi le aveva pagate, ma in Inghilterra. Cosa, del resto, del tutto legale date le attuali norme europee. Semmai, Rossi potrà essere accusato di aver sfruttato in modo troppo disinvolto le leggi esistenti. Cioè, sostanzialmente, di non aver fatto abbastanza bene finta di abitare in Inghilterra, e di aver mostrato di essere andato là "solo per pagare meno tasse". E questo ci porta al secondo punto.
  • La grande lezione del caso Rossi, sottolineata dall'IBL (per esempio da Carlo Lottieri e Alberto Mingardi), da Leonardo Facco e da Oscar Giannino (su Libero) fra i pochissimi, è l'attenzione suscitata sulla concorrenza fiscale: cioè il fatto che i capitali (per esempio gli imprenditori che se lo possano permettere, come Rossi) scelgono di operare e pagare le tasse dove queste sono più basse. Da un paese come l'Italia, capitali, cervelli e campioni fuggono: troppe tasse, troppo alte. Rossi ha semplicemente mostrato, in modo eclatante, una cosa banale: se posso, pago meno e scappo da uno stato che mi prende troppi soldi. Questa lezione di mirabile semplicità non piace ovviamente ai politici: che infatti, da sinistra a destra, si sono schierati compatti contro Rossi e il suo legittimissimo messaggio TV. E questo ci porta al terzo punto.
  • Che è appunto l'unanime condanna di Rossi da parte di tutti i politici e della maggior parte dei commentatori, di destra e di sinistra. Unanimità che mostra come le presunte differenze fra destra e sinistra siano in realtà poche e soprattutto inessenziali: entrambi gli schieramenti sono genuinamente statalisti o antiliberali, cioè a favore (anche se per motivi diversi) di un'estensione dello stato a partire dal suo strumento più efficace, le tasse. In disaccordo su tutto, ma non sulle cose importanti: mettere le mani in tasca agli individui, e incazzarsi assai se qualche pesce sfugge alla rete.
Purtroppo, come ha predetto Feltri su Libero (anch'egli colpevolista, fra l'altro, almeno agli inizi), la vicenda Rossi finirà in un nulla di fatto. L'oggetto del contendere, infatti, non sono certo i presunti milioni evasi quanto la legittimità stessa del fisco. Per i politici, è essenziale che Rossi faccia la parte del colpevole (magari inconsapevole) ma pentito, che vuole fare tutto nella legalità. A Rossi interessa (anche giustamente) ripulire la propria immagine, e può cavarsela con una multina.

Chi ci perde siamo tutti noi, che sognavamo una bella rivolta fiscale capeggiata da un velocissimo motociclista mascherato!


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sabato 1 settembre 2007

Corride fuori legge = tori in estinzione

A inevitabile conferma delle tesi esposte in questo post una testimonianza di Sandro Fusina su Il Foglio di oggi:

[...] mi appassionai alla corrida, [...] imparai ad amare i tori.
Fu un disastro. Per il resto della mia vita ho dovuto sostenere la mia passione per l’arena e per gli zoo con amici che amavano tanto gli animali da non distinguere, alla lettera, una capra da una pecora. Invano ho raccontato a cittadini, mangiatori ingordi di insaccati, che mille volte avevo sentito in campagna le urla strazianti dei maiali che presentivano il macello. Non uso mai gli argomenti della competizione alla pari tra uomo e animale, della bellezza estetica delle figure nell’arena. Non c’è parità tra uomo e animali, a qualsiasi livello della scala evolutiva questi appartengano. Ho cercato, cerco
invece di convincerli della bella vita che, fra tutti gli animali, riserviamo ai tori da combattimento, che scorazzano liberi nei grandi allevamenti, che vivono come un toro deve vivere, irruente come i suoi antenati che gli incisori della Magna Grecia appresentarono cozzanti sulle monete.
Ma devono avere ragione gli altri, se sono così ostinati nella condanna. E’ di questi giorni, proprio in Francia, una piccola campagna degli animalisti per l’abolizione della corrida che la stampa radicale si è affrettata ad amplificare. Se quell’obbrobrio delle corride finisse, queste inutili stirpi di tori da combattimento si estinguerebbero, finalmente. E tutte quelle belle terre sciupate per l’allevamento di povere vittime potrebbero essere messe a cultura. Magari per produrre biocarburante.
Come di innumerevoli altre specie e razze, dei miura non rimarrebbero che documentari, che non sudano e non puzzano.





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Qualcosa si muove...

Ho aggiunto fra i collegamenti qui a fianco, i siti di tre interessanti iniziative che vanno tutte nella stessa direzione liberale, cioè antistatalista, soprattutto in campo economico, che è il campo di battaglia fondamentale.

Sono MenoStato.it, che si è occupato soprattutto di tasse, pensioni e TFR (con tutti i relativi calcoli); Meno Sprechi, Meno Tasse, che si concentra sull'altissimo e ingiustificato costo della politica; e Competere, che fa parte della Property Right Alliance, e focalizza l'attenzione appunto sull'importanza di un mercato libero da intromissioni statali e della difesa dei diritti di proprietà privata (Competere ha pubblicato in Italia il Property Right Index, che analizza i diritti di proprietà garantiti nei vari paesi del mondo).

Tre iniziative che si contraddistinguono, oltre che per la comune ispirazione liberale o liberista, per il fatto di concentrarsi su proposte concrete e aspetti ben analizzabili, con fatti e numeri, dell'economia italiana, come le pensioni, il TFR o l'IRAP. Da tenere d'occhio, iscrivendosi alle loro newsletter o ai feed RSS, assieme naturalmente a altre iniziative ormai consolidate, come quella dell'IBL e del suo blog sulle liberalizzazioni e il neonato ma già attivo movimento di Daniele Capezzone, Dec!dere.net.


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