giovedì 31 maggio 2007

Yulia

Yulia ha 25 anni, studia economia a Trento, viene dalla Bielorussia e parla italiano meglio di me. E' simpatica, sveglia e carina.

Quando sente che mi sposo, si emoziona, si congratula, mi chiede perché i ragazzi italiani sono così infantili, insicuri e non vogliono mai sposarsi. In Bielorussia, lei è già vecchia per il matrimonio, ci si sposa a 22-23 anni, dopo l'università, che si inizia un anno prima, a 17. Si chiede cosa pensi che cambi, il suo ragazzo, dopo il matrimonio. Quando lei ne parla, lui balbetta di "libertà" che ha paura di perdere. Libertà di far che? s'arrabbia lei; dopo l'ultimo fine settimana, pensa di lasciarlo. Un fidanzamento di tre anni senza pensare a un matrimonio è troppo lungo, vuol dire che non funziona. Son d'accordo con lei, ma cerco di spiegarle, poco convinto, che gli italiani vedono ormai il matrimonio soprattutto in negativo, come un peso. E poi c'è la questione economica, comprar casa...

Come vorrebbe sposarsi, in chiesa o in comune? In chiesa no. Qual è la religione in Bielorussia? Molti ortodossi (il 70%), ma lei è cattolica, ha madre e nonna polacche (la grande Polonia di Wojtyla, cattolica e anti-sovietica). Quando è venuta in Italia, voleva sposarsi in chiesa, ma poi il suo ragazzo, emiliano e comunista, le ha detto che la chiesa... Si stupisce, sinceramente, di sentire che sono emiliano e liberale, e visceralmente anti-comunista. Lì in Emilia sono tutti comunisti, mi informa. Dove la malattia colpisce più dura, nascono gli anticorpi, le spiego.
Mi chiedo come una che arrivi dalla Bielorussia a sentir la parola "comunista" non tiri fuori la pistola. E invece scopro che almeno metà della Bielorussia (presidente in testa) è filo-sovietica e ricorda il comunismo con nostalgia. Poche cose, ma molte sicurezze! Settant'anni di regime fiaccano chiunque. La sua famiglia è spaccata in due: nonno paterno (ex pezzo grosso del partito) e genitori che dicono "si stava meglio prima"; nonna materna (quella polacca) che pensa a comprar terra, ora che si può, e lavorarla, e loro giovani pigri cosa aspettano? Mitica nonna polacca, che abitava al confine con la Bielorussia, faceva la cuoca nell'asilo di stato, ma aveva cinque figli, e allora... allora mercato nero e contrabbando al confine, di tutto quel che si poteva trovare e vendere. "Imprenditrice", dice Yulia della nonna, e quanto ha ragione.

Le spiego quanto sia bello il mercato, e quanto sia pulito e bianco il mercato nero, e quanto importanti siano gli "imprenditori". Ride, voi liberisti non tenete conto... Quando era in Bielorussia, dice, a Economia i suoi professori le insegnavano proprio quel che dico io. Ma poi, in Italia, ha scoperto la "nuova" economia, quella "solidale", quella che il sociale, quella che insegnano nella sua laurea specialistica. E le esternalità, e il ruolo sociale dell'imprenditore, e "noi liberisti" siamo rimasti indietro. Cerco di ricordarle se ha mai studiato Mises, gli austriaci, ma mi guarda sorridendo...

E insomma, quanti figli vorrebbe avere? Minimo due, ma più sono meglio è, per loro e per tutti. Ma con questo ragazzo ormai no, questo forse lo mollo. Concordo. Le dico di mollarlo, tanto è comunista, figuriamoci. Adesso vuole vivere alla giornata, Yulia, per un po'. Ma la prossima volta che ti innamori, chiarisci subito le cose, in tre giorni, non tre anni: matrimonio entro un anno, tre figli entro cinque anni. Semplice, no? Ride, anche sua nonna polacca le dice così, che intenzioni hanno questi ragazzi? E già che ci sei, forse, torna a casa, che vieni a fare qui, a imparare l'economia solidale? Ride, Yulia.

In Bielorussia il futuro è nelle mani delle nonne polacche, e forse anche dei giovani: ma sono un po' confusi.