lunedì 23 aprile 2012

Elogio della sigaretta 2

Mi piacciono le sigarette, signorina Taggart. Mi piace il fuoco tra le mani di una persona. Il fuoco, questa forza così pericolosa, domata sulla punta delle dita. Spesso penso alle ore che uno passa seduto a guardare il fumo della sigaretta, meditando. Quando uno medita, c'è un fuoco vivo nella sia mente... ed è giusto che abbia la punta accesa della sigaretta come sua espressione.

Ayn Rand, La rivolta di Atlante (I: Il tema), p. 72.

Teologia del tortellino

L'ineffabile Biffi:

Mangiare i tortellini con la prospettiva della vita eterna, rende migliori anche i tortellini, più che mangiarli con la prospettiva di finire nel nulla.

Bella anche la storia dell'ultimo conclave.

Elogio della sigaretta

Se il buon senso, così ordinario, può essere anche geniale, Guareschi è stato un genio del buon senso.

La sigaretta non è un semplice pezzetto di carta con dentro un pizzico di tabacco. La sigaretta che adesso ci toglie l'appetito (ed è perciò una vigliacca) un tempo ci ha aiutato a sopportare la fame.

La sigaretta che adesso ci toglie la memoria (ed è perciò un'assassina) per anni e anni ci ha riempito il cervello di idee.

La sigaretta è un'amica che, dopo anni e anni di fedeltà, ci ha tradito: ma rinunciare a essa è come rinunciare a un felice passato. Ci si trova soli e vuoti senza la sigaretta. La sigaretta rappresenta il trait d'union fra il mondo delle cose reali e il mondo della fantasia. E' il ponte di fumo che ci permette di abbandonare la riva dei bruti e di passare alla sponda opposta.

Poco oltre, una grande lezione di pedagogia di buon senso:

- Perché non ispezioniamo la camera del ragazzo? Può darsi che, come tutti i ragazzi della sua età, fumi di nascosto!

- E come può fumare di nascosto se non glielo abbiamo mai proibito?

Chapeau!

domenica 15 aprile 2012

Atlas Shrugged: Part I (***)

Ho finalmente visto la prima parte della (progettata) trilogia su Atlas Shrugged di Ayn Rand (La rivolta di Atlante il titolo del libro in italiano).

In breve: il film è come il libro, arrivi in fondo perché lo vuoi veramente fare. In casi come questi, l'ideologia deve entrare nella valutazione: essendo forse l'unico romanzo e l'unico film esplicitamente libertario, è anche il migliore.

Detto questo: la storia è trasportata nel 2016, futuro prossimo venturo di crisi sociale da intossicazione statalista, e il cambiamento rispetto al romanzo funziona bene lo stesso. L'unica cosa che si nota è che nessuno fuma mai, cosa che facevano tutti nel libro, e le famose sigarette col dollaro d'oro appaiono una sola volta.

Nell'adattamento di un romanzo del genere, il casting è fondamentale. Hank Rearden, più palestrato del suo acciaio speciale, è perfetto, come anche la sua orrida moglie e Ellis Wyatt, e parecchi dei politicanti. Anche Dagny non è affatto male. James Taggart l'avrei fatto più laido, e Frisco d'Anconia me lo aspettavo più pirotecnico, tipo Johnny Depp nel I pirati dei Caraibi. L'Eddy negro è un'altra concessione all'ambientazione negli anni 2000. Il Dr. Stadler è buono, ma non so perché ha cambiato nome.

Per il resto, bello l'acciaio Rearden, bello il braccialetto (che potete comprare a soli 160 dollari!), bello il ponte. Gli attori, tutti sconosciuti, sono bravi, anche se Dagny e Hank, ingessati nel loro ruolo di homo oeconomicus, faticano un po' nei momenti in cui occorre un po' di pathos. Le frasi storiche "à la Rand" abbondano, e il film si chiude con la sparizione di Wyatt, che si mette in sciopero dalla società, bruciando le sue raffinerie e restituendole le colline "così come le aveva trovate".

Il film è stato ovviamente distrutto dai critici; d'altra parte, non è certo un capolavoro, e in ogni caso, se anche lo capissero, lo odierebbero. E' probabilmente l'unico film in cui appare in chiave negativa un cartello con scritto "il capitalismo non funziona". Del resto, è stato anche un flop al botteghino (circa 5 milioni contro i 20 spesi), e il lancio artigianale e il budget ridotto non basta a giustificarlo. I liberali amano il mercato, ma non ne sono riamati: la merce socialista si vende meglio. Se la Rand è stata una bestseller, è stata l'eccezione che conferma la regola.

Gireranno mai il seguito? Lo vedremo mai in italiano? Ho qualche dubbio, ma se la risposta è no, sarebbe un peccato.

martedì 3 aprile 2012

La passione di Cristo (*** e mezzo)

In perfetto orario per poterlo consigliare ai miei lettori, ieri l'altra sera ho visto La passione di Cristo di Mel Gibson.

A me è piaciuto, nonostante qualche americanata tipo il corvo che becca un occhio al ladrone cattivo o Rosalinda Celentano che appare a tratti travestita da Lord Voldemort con in braccio Gollum da piccolo, impersonando Satana.

I dialoghi in latino e in aramaico non disturbano, anzi sono divertenti. Le accuse di antisemitismo sono ancor meno credibili di quelle per l'eccesso di violenza e sangue. I critici cosiddetti "laici" (leggi antireligiosi e anticattolici) hanno stroncato il film, Farinotti gli ha dato 5 stelle, io sto più vicino a Farinotti.

Rimane il sospetto che la massiccia presenza di attori italiani sia stata imposta al regista in cambio della possibilità di girare a Matera. Comunque non sono pessimi.

lunedì 2 aprile 2012

Cervelli in fuga, per fortuna

John Maynard Keynes, che ogni tanto ne azzecava una (non in economia, temo), diceva:

Le idee degli economisti e dei filosofi politici, giuste o sbagliate, sono più potenti di quanto si creda. Gli uomini pratici, che si ritengono completamente liberi da ogni influenza intellettuale, sono generalmente schiavi di qualche economista defunto.
Lo stesso penso valga in tutti gli altri campi: le idee contano, e quelle sbagliate fanno danni anche e soprattutto a lungo termine.
Filosofastri come Peter Singer e i suoi nuovi accoliti italiani discutono oggi dottamente di aborto post parto, domani i nostri nipoti saranno di nuovo sulla rupe Tarpea? Il vecchio che avanza...